Vangelo del Giorno

29. April 2024 : V Domenica di Pasqua
S. Louis-Marie Grignion de Montfort,sac. e fond. (1673-1716)
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Atti degli Apostoli 9,26-31.

Venuto a Gerusalemme, cercava di unirsi con i discepoli, ma tutti avevano paura di lui, non credendo ancora che fosse un discepolo.
Allora Barnaba lo prese con sé, lo presentò agli apostoli e raccontò loro come durante il viaggio aveva visto il Signore che gli aveva parlato, e come in Damasco aveva predicato con coraggio nel nome di Gesù.
Così egli potè stare con loro e andava e veniva a Gerusalemme, parlando apertamente nel nome del Signore
e parlava e discuteva con gli Ebrei di lingua greca; ma questi tentarono di ucciderlo.
Venutolo però a sapere i fratelli, lo condussero a Cesarèa e lo fecero partire per Tarso.
La Chiesa era dunque in pace per tutta la Giudea, la Galilea e la Samaria; essa cresceva e camminava nel timore del Signore, colma del conforto dello Spirito Santo.

Salmi 22(21),26b-27.28.30.31-32.

Sei tu la mia lode nella grande assemblea
scioglierò i miei voti devanti ai suoi fedeli.
I poveri mangeranno e saranno saziati,
loderanno il Signore quanti lo cercano:
"Viva il loro cuore per sempre".

Ricorderanno e torneranno al Signore
tutti i confini della terra,
si prostreranno davanti a lui
tutte le famiglie dei popoli.

A lui solo si prostreranno
quanti dormono sotto terra,
davanti a lui si curveranno
quanti discendono nella polvere.
E io vivrò per lui,

Servirà il Signore la mia discendenza;
si parlerà del Signore alla generazione che viene;
annunzieranno la sua giustizia;
al popolo che nascerà diranno:
"Ecco l'opera del Signore!".

Prima lettera di san Giovanni apostolo 3,18-24.

Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità.
Da questo conosceremo che siamo nati dalla verità e davanti a lui rassicureremo il nostro cuore
qualunque cosa esso ci rimproveri. Dio è più grande del nostro cuore e conosce ogni cosa.
Carissimi, se il nostro cuore non ci rimprovera nulla, abbiamo fiducia in Dio.
e qualunque cosa chiediamo la riceviamo da lui perché osserviamo i suoi comandamenti e facciamo quel che è gradito a lui.
Questo è il suo comandamento: che crediamo nel nome del Figlio suo Gesù Cristo e ci amiamo gli uni gli altri, secondo il precetto che ci ha dato.
Chi osserva i suoi comandamenti dimora in Dio ed egli in lui. E da questo conosciamo che dimora in noi: dallo Spirito che ci ha dato.

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 15,1-8.

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo.
Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto.
Voi siete gia mondi, per la parola che vi ho annunziato.
Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me.
Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla.
Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano.
Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato.
In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».

"Io sono la vite, voi i tralci" (Gv 15,5)

Gesù stesso ha voluto spiegarci con un paragone la fede nella sua azione santificante. "Io sono la vite, dice, voi i tralci". (Gv 15,5). I tralci vivono, ma non traggono da se stessi la linfa che li feconda. In continuazione traggono la vita dalla linfa che viene dal tronco. Trasformata altrove, essa dà loro la vita. Così accade ai membri di Cristo: buone azioni, pratica delle virtù, progressi spirituali, santità appartengono a loro, certamente; ma è la linfa della grazia che viene da Cristo che opera in loro quelle meraviglie: "Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me" (Gv 15,4).

In Gesù Cristo tutto diffonde la vita: le sue parole, azioni, stati. Tutti i suoi misteri, quelli dell'infanzia come quelli della morte, risurrezione e gloria, possiedono una potenza sempre efficace di santificazione. In lui il passato non è abolito (Cfr. Rm 6,9; Eb 13,6). Senza sosta egli dà a noi la vita soprannaturale. Ma la nostra mancanza d'attenzione o di fede paralizza troppo spesso la sua azione nelle anime. Per noi, vivere la vita divina è possedere la grazia santificante e far discendere da Cristo, con intenzione di fede e amore, pensieri, affetti, ogni nostra azione.